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• IL PUNTO
Piazza Fontana: fare memoria perché non accada più
Carlo Gerla, segretario generale Cisl Milano Metropoli

L'INTERVENTO DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA CISL MILANESE, CARLO GERLA, AL CONVEGNO CON I GIOVANI DELLE SCUOLE, TENUTOSI PRESSO IL TEATRO PIME.

Anni terribili che è importante siano conosciuti anche da chi non l’ha vissuti direttamente. Perché la memoria è molto più del ricordo, è la coscienza che quello che è accaduto non si ripeta. E per avere coscienza bisogna prima di tutto conoscere i fatti, studiare. E’ soprattutto per questo che come Cgil, Cisl e Uil abbiamo accolto con piacere l’invito delle amministrazioni comunali di Brescia e di Milano di partecipare a un progetto che ha coinvolto gli studenti di alcune scuole superiori delle due città, culminato in un bell’incontro il 10 scorso al Pime di via Mosè Bianchi a Milano, a cui hanno partecipato anche magistrati e rappresentanti delle associazioni delle vittime e dei familiari delle due stragi.

A 50 anni di distanza gli esecutori materiali della strage alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Piazza Fontana a Milano sono, di fatto, ancora ignoti e anche i mandanti non sono stati perseguiti.

Eppure giustizia sarebbe dovuta non solo alle 17 vittime, agli 88 feriti e ai loro parenti, ma a un intero Paese che dal lontano 29 novembre 1969 non è più lo stesso. Perché se non c’è una verità giudiziaria completa, c’è la certezza che esiste un’Italia  prima e dopo la strage di Piazza Fontana.

La vicenda di Piazza Fontana è una vicenda oscura, fatta di depistaggi, di ritardi ed errori voluti, consapevoli, nella conduzione delle indagini e dei processi. Una vicenda piena di zone d’ombra che hanno, purtroppo, coinvolto anche uomini ed apparati deviati ed infedeli dello Stato. C’è chi ha agito con intenti criminali, e chi ha chiuso gli occhi.

Quell’attentato non fu un atto isolato (in quello stesso giorno, in soli 53 minuti, altre bombe scoppiarono, e altre fortunatamente no, a Roma e sempre a Milano, in Piazza della Scala) ma l’inizio di una lunga scia di sangue: Piazza della Loggia a Brescia, durante un comizio sindacale il 28 maggio del 1974, l’Italicus il 4 agosto dello stesso anno, la stazione di Bologna il 2 agosto del 1980.

Un sistematico e pianificato attentato alle basi democratiche dello Stato Repubblicano nato dalla Resistenza che è passato alle cronache come ”strategia della tensione” a cui seguirà, negli anni Settanta e Ottanta, il periodo altrettanto terribile del terrorismo degli “anni di piombo”.

In entrambi i casi, la parte sana, la maggioranza, delle istituzioni, la società civile, il movimento dei lavoratori, i sindacalisti, i giovani hanno saputo ribattere colpo su colpo ai tentativi di eversione, dimostrando che gli anticorpi della democrazia si sono riprodotti di generazione in generazione, sull’esempio della Resistenza, presupposto della Costituzione Repubblicana che, oggi più che mai, è il faro del nostro vivere civile.

Così come è importante conoscere la storia della persecuzione degli ebrei durante la seconda guerra mondiale per opporsi oggi ai rigurgiti del razzismo, è altrettanto fondamentale conoscere la storia più recente  del nostro Paese, che ha ancora effetti sul presente.

Senza la conoscenza, senza lo studio, è difficile formare una coscienza civile sana: oggi gli anticorpi della democrazia siete anche voi studenti. Il lavoro di approfondimento che avete fatto in occasione del cinquantesimo anniversario della strage di Piazza Fontana non deve rimanere isolato.

Ci sono temi, ancora periodi freschi di cronaca, che è importante che i giovani conoscano, anche se non fanno parte dei programmi scolastici ufficiali. Il sindacato confederale è da sempre impegnato su questi temi anche perché se non c’è democrazia non ci sono nemmeno i diritti dei lavoratori, pertanto ribadiamo la nostra piena disponibilità a promuovere e sostenere progetti, iniziative volte a far meglio comprendere ai ragazzi l’importanza della Libertà, della Giustizia e della Democrazia.

Non rassegnatevi, non cedete alla tentazione di dimenticare. Rafforzate nella lotta pacifica e democratica le vostre, le nostre speranze. Darete così un contributo fondamentale allo sviluppo delle libertà democratiche del nostro Paese.

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