GIOCHI E LOTTERIE
Il male del gioco colpisce tutti

Intervista a Daniela Capitanucci, psicologa e presidente And (Associazione Nuove Dipendenze).

Daniela Capitanucci è psicologa e presidente dell'Associazione Nuove Dipendenze. L'abbiamo intervistata per capire meglio imeccanismi di pericolosità del gioco di azzardo patologico.

Il recente studio di Libera “Azzardopoli” afferma che il rischio del gioco di azzardo è soprattutto per gli over 65, ma si registra crescente preoccupazione per i giovani. Qual è la sua percezione in proposito?

Il gioco d’azzardo oggi è trattato come un “prodotto di mercato” che attrae diverse tipologie di “clienti”: tempo fa giocavano solo uomini di età adulta e solo a Totocalcio, Totip e poco altro. Differenziando l’offerta, si sono inserite tutte le fasce della popolazione ed età: col Bingo sono entrati donne e uomini di cultura semplice e non di rado anziani, il Gratta e Vinci ha attratto i giovani, le donne e ancora gli anziani di classe economica modesta e cultura semplice, e scommesse sportive hanno attratto giovani e uomini, il gioco on-line è attrattivo per giovani di cultura elevata o adulti a livello impiegatizio. Non parlerei solo di un “allarme giovani”, quindi. La patologia viene di conseguenza e così come può prendere i soggetti più deboli ed esposti alle forme di pubblicità, può colpire chiunque in un determinato momento della vita.

Secondo lei esistono differenze tra termini “ludopatia” e “gioco azzardo patologico”?
Il termine “ludopatia” è usato spesso come sinonimo per indicare il Gap (Gioco d’azzardo patologico), ma è come definire la cardiopatia “mal di cuore”, la depressione “tristezza” e via dicendo. Quindi non è “ludopatia”, ma Gap. E' una malattia a tutti gli effetti e da tempo riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. Solo in Italia non viene ancora riconosciuta come tale.

Come opera l’And? Quali servizi riesce a garantire?
Il nostro lavoro si svolge sottoforma di volontariato attraverso attività di sensibilizzazione, prevenzione, ascolto e trattamento relativamente alla patologia dell’azzardo. Sul versante clinico, operiamo sul territorio lombardo attraverso due gruppi: quello dedicato ai giocatori e l’altro, dedicato ai giocatori e ai familiari e poi, dal 2010 abbiamo aperto un gruppo dove viene svolto un percorso psicologico rivolto a sole donne giocatrici, un’altra delle categorie più deboli di cui parlavamo all’inizio. Si tratta di percorsi lunghi e faticosi. Tra le iniziative, nell’ultimo mese abbiamo realizzato una rappresentazione teatrale, un flashmob e una conferenza - spettacolo tenuta da un matematico e un fisico all’interno di un Pub che ha dismesso le slot machine a favore dello sviluppo di stili di divertimento più sani focalizzati sulla socializzazione, per promuovere una cultura libera dal gioco d’azzardo. Ed è sempre attivo il nostro sito internet www.andinrete.it dove anche le persone colpite dal problema che ancora non si sentono di chiedere aiuto possono iniziare a informarsi attraverso molte letture per poi rivolgersi a un servizio o a un’associazione.

26/06/2012
Sveva Stallone - svevas_2003@yahoo.it
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