SANITA'
I piccoli ospedali non vanno chiusi ma riconvertiti

La Cisl d'accordo con il professor Girolamo Sirchia che, in un intervento, propone di trasformare le strutture ospedaliere minori  in presidi territoriali più vicini alle nuove esigenze dell'utenza.

«Il professor Sirchia ha ragione: i piccoli ospedali devono essere convertiti in strutture territoriali» lo sottolineano in una lettera inviata alla nostra redazione Danilo Mazzacane , segretario generale Cisl-Medici Milano metropoli e Arturo Bergonzi - segretario generale Cisl-Medici Lombardia. Ecco il testo completo della lettera.

Inizia così l'articolo pubblicato venerdì 12 settembre  scorsi sul sito DoctorNews . L'intervento di Bergonzi e Mazzacane, prende spunto da un articolo del professor Girolamo Sirchia nel quale si propone di non chiudere i piccoli ospedali i piccoli ospedali ma di riconvertirli.

Ecco il testo complesto delle riflessioni e delle proposte dei due sgretari di Cisl Medici “Siamo d’accordo con quanto sostiene il professor Girolamo Sirchia a proposito della conversione dei piccoli ospedali in strutture intermedie territoriali, per tutte le necessità sanitarie che non rivestono carattere di acuzie e di grave urgenza. L’implementazione con servizi medici specialistici ambulatoriali, sociali e riabilitativi potrebbe permettere la realizzazione di presidi sociosanitari territoriali “vicini” ai bisogni della popolazione, specialmente anziani e in generale soggetti “fragili”, senza affollare inutilmente i presidi ospedalieri. Il coinvolgimento delle varie figure professionali mediche (di famiglia con la loro presenza capillare nei territori, di continuità assistenziale, specialisti ambulatoriali territoriali, ospedalieri) e sanitarie (infermieri, fisioterapisti, logopedisti, ecc ) può rappresentare non solo un salto di qualità dell’ assistenza sociosanitaria lombarda ma anche una valorizzazione degli operatori sanitari con conseguente loro gratificazione professionale e ripristino di un sereno rapporto medico-paziente. Anche a livello metropolitano milanese, partendo dal progetto di via Rugabella in funzione di Expo 2015, si può procedere a una rivisitazione organizzativa della rete dei poliambulatori milanesi, integrandoli con funzioni e servizi sociali di competenza territoriale, convogliandovi anche i codici bianchi e verdi che si rivolgono abitualmente ai Pronto soccorso. Sicuramente la sanità lombarda e milanese ha già un congruo numero di medici preparati per svolgere i ruoli necessari, ma l’occasione è ghiotta per dare un futuro a numerosi medici competenti che hanno un ruolo precario e permettere di inserire giovani laureati, oggi con un futuro quantomeno incerto. Anche i medici in pensione, ove se ne presenti l’opportunità, possono essere presi in considerazione. Per realizzare tutti questi buoni propositi, per essere efficienti e competitivi, ci vogliono però i soldi. Congrui investimenti in strutture e in attrezzature. Sono inoltre da rivedere i contenuti contrattuali nazionali e regionali, prendendo in considerazione la rivisitazione delle incompatibilità e anche l’aspetto economico. Il prof. Sirchia, giustamente, evidenzia la nota dolente del reiterato maltrattamento del personale medico, ma anche la necessità di premiare coloro che garantiscono quotidianamente un servizio di eccellenza senza risparmiarsi. La Cisl-Medici e la Cisl in generale, è pronta a giocare la sua parte, mettendoci impegno, competenza, la faccia e quant’altro".

14/09/2014
Twitter Facebook