AL POLDI PEZZOLI FINO AL 16 FEBBRAIO
Incontro di dame e nuovi modelli femminili

Al via la seconda mostra “Ad ogni donna il suo profilo”, accompagnamento dell’esposizione “Le Dame del Pollaiolo”. Al centro: alto artigianato, made in Italy.

Si è aperta al pubblico giovedì 22 gennaio la seconda parte della mostra fotografica “Ad ogni donna il suo profilo” in occasione dell’esposizione “Le dame dei Pollaiolo. Una bottega fiorentina del Rinascimento” al Museo Poldi Pezzoli. Fino al 16 febbraio, la mostra ospita i quattro ritratti di dama, opere dell'estro di Antonio e Piero di Jacopo Benci detti del Pollaiolo, tra i più famosi artisti del XV secolo. Per la prima volta nella storia dell'arte, le quattro bellezze eterne vengono riunite in un unico posto: le tre custodite rispettivamente alla Galleria degli uffizi di Firenze, al Metropolitan Museum of Art di New York e al Gemäldegalerie di Berlino, grazie a prestiti straordinari, hanno raggiunto la “sorella” simbolo del Poldi Pezzoli. Una trentina di quadri di piccolo e medio formato, insieme a disegni, sculture, oreficerie e ricami, accompagnano poi il visitatore alla scoperta della fervente attività creativa della bottega fiorentina dei Pollaiolo.

La mostra parla di arte, alto artigianato, eccellenza e bellezza femminile, inserendosi sul fil rouge del made in Italy nello scenario contemporaneo. Diana Bracco, presidente della Fondazione Bracco che ha sostenuto l'esposizione, afferma: «questi quattro splendidi ritratti femminili interpretano in modo straordinario lo spirito del Rinascimento, culla del genio e del saper fare italiano. Le dame dei Pollaiolo ci sono sembrate pertanto delle perfette ambasciatrici di quello spirito che faremo rivivere nel Padiglione Italia dell'Expo 2015, e in particolare negli spazi dedicati a Women & Expo». Al centro quindi la donna, sublime nella visione medievale e rivisitata in veste contemporanea dagli scatti fotografici di Neige de Benedetti, Maki Galimberti, Giovanni Gastel, Maria Mulas e Massimo Zingardi, insieme a giovani promettenti fotografi.

Gli shooting fotografici, dedicati al pubblico femminile, vedono le dame di oggi immortalate nei luoghi simbolo del capoluogo lombardo. Ai “paesaggi del futuro”, vengono giustapposti sfondi rinascimentali, «creando una contaminazione dei tempi, in cui le donne di oggi vengono collocate in un tempo indefinito» come racconta Luisa Pronzato che il 20 gennaio ha coordinato l'evento “Modelli femminili dal passato al contemporaneo”, approfondimento dei temi della mostra. Un confronto fra le donne per le donne, che ha ospitato come relatrici Cinzia Sasso giornalista di la Repubblica , Barbara Stefanelli Vice direttore del Corriere della Sera e ideatrice del blog La 27esima ora e Silvia Vegetti Finzi psicologa italiana. La conversazione, in forma di dialogo intergenerazionale, partendo dalle dame del Pollaiolo, ha seguito un elemento verticale: la bellezza legata all'emancipazione. Vegetti Finzi nota infatti: «le giovani dame sono ritratti prematrimoniali che onorano la ricchezza della dote e riservano una forte attenzione al vestiario e ai gioielli, ma se questi ultimi sono storicamente descrittivi, il volto della dama invece è eternizzato, conferendo un'immagine forte della donna, determinata e autosufficiente».

Rivista alla luce della cultura odierna, nella donna dei Pollaiolo, si possono intravedere molti dei ruoli delle donne di oggi. Fiera e serena. Lo scarto sta nel mutato concetto di bellezza che si è allontanato dalla sua oggettivazione, per essere caratterizzante e individuale; la donna di oggi vuole essere vista non guardata, vuole essere considerata intelligente, interessante o intraprendente oltre che bella.

Ne sono prova le parole con cui la fotografa Neige de Benedetti descrive il suo progetto: «Una scrittrice, una specialista di marketing, due avvocati, una responsabile dell’ufficio diritti di una grande casa editrice, una dentista, un’antropologa, una stilista, una pr... e, tra le altre, una studentessa e una giornalista hanno posato come le protagoniste della mostra “Le dame dei Pollaiolo”». Le giovani generazioni hanno come primo obbiettivo quello professionale, antecedente a quello familiare, a cui però non vogliono rinunciare.

Dal dover fare tutto si è passati al voler fare tutto. Siamo in un momento storico in cui si è assottigliato e confuso il confine fra gli ambiti storicamente riferiti ai due sessi, gli uomini hanno imparato a prendersi cura della casa e della prole, le donne hanno raggiunto i vertici del mondo del lavoro. La conferenza “Modelli femminili dal passato al contemporaneo” ha indagato l’ampiezza e la complessità di questi cambiamenti che hanno investito i ruoli, le modalità di relazione, le prospettive, ma anche il concetto del sé, con una soggettivazione della bellezza e una concezione di cura da parte della donna non più rivolta esclusivamente alla famiglia, ma attenta anche alla cura di sé stessa. Viene individuato però un aspetto nuovo all’interno di queste dinamiche sociali, già riscontrato da Stefanelli nelle interviste di Donne e Potere : le donne che sono riuscite a raggiungere obbiettivi professionali senza rinunciare alla famiglia, sono donne che, sì, lavora doppio, ma nella maggior parte dei casi affermano di aver avuto l’indispensabile sostegno di un compagno/partner collaborativo.

Una chiave interpretativa della fase contemporanea che fa scaturire la speranza di tutte e sfocia nell’augurio di Vegetti Finzi: «che un giorno la donna possa essere libera di scegliere, di poter mettere sullo stesso piano il desiderio di maternità e di realizzazione».

28/01/2015
di Laura Pampolini
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