SANITA' LOMBARDA
Superticket, si abbassa il tetto ma (di fatto) si paga come prima

Dal primo febbraio i ticket sanitari costeranno un po' meno. Il provvedimento riguarderà solo una prestazione su cinque e il resto costerà come prima. Una tabella riassuntiva con i contributi a carico del cittadino per alcuni fra i principali esami.

Per le tasche del cittadino la sanità in Lombardia è più costosa delle altre regioni, e dopo anni che lo diciamo qualcuno incomincia a capire che è un problema. Ovviamente lo è molto di più per chi ha una condizione economica precaria o "border line" al limite con i redditi familiari indicati dalla Lombardia, ma anche per chi ha un reddito cosiddetto “normale” di fronte a una serie di esami può accusare il colpo di un vero e proprio salasso. Fin dalla campagna elettorale, qualcuno promette l'azzeramento molto improbabile del ticket in Lombardia, ma finora sono stati fatti solamente alcuni ritocchi che hanno sostanzialmente lasciato la situazione in stallo: ne carne e ne pesce.

Una cosa è certa, a partire dal 1 febbraio 2017, la Regione interviene sul superticket (la compartecipazione regionale, che si aggiunge a quella definita a livello nazionale) su visite ed esami - i "famosi 10 euro aggiuntivi” introdotti dalla legge finanziaria n. 111 del 15 luglio 2011 che ha stabilito l'introduzione di 10 euro di ticket su ogni ricetta per prestazioni di diagnostica e specialistica, Governo Monti - che in Lombardia sono stati spalmati proporzionalmente in riferimento al valore economico dell'esame da fare. Il superticket lombardo è un costo aggiuntivo che si paga, oltre al ticket sanitario nazionale, prevalentemente per effettuare alcune visite mediche più complesse, come tac, ecografie o risonanze.

In pratica, il superticket che prima variava da zero a 30 euro, in relazione al costo della prestazione (che la Regione deve remunerare gli ospedali), ora non supererà i 15 euro. Pertanto dal 1 febbraio cala il costo del superticket sanitario in Lombardia: dagli attuali 30 euro a massimo 15 euro.

Politicamente la Giunta annuncia un dimezzamento del ticket, ma non è così? Premesso che una riduzione del ticket nella Regione dove la sanità è la più costosa d'Italia è sempre una buona notizia ma la ricetta di Lombardia non è quella più volte promessa ai lombardi, cioè l’improbabile azzeramento dei ticket. Nonostante i proclami con il taglio dei superticket ci sarà un risparmio che coinvolgerà una prestazione su cinque, tutte quelle con un superticket sopra i 15 euro. Una riduzione che, come abbiamo sempre sostenuto, non risolve i problemi delle fasce più deboli ma al contrario andrà a beneficio di quelli che forse ne hanno meno bisogno. Sono anni che la Fnp Cisl MM critica i tagli lineari, lo stesso taglio indiscriminato per tutti, ricchi e poveri, invece di favorire un modello dove il ticket si paga in base al reddito accompagnato da un attento controllo all’evasione fiscale nazionale e locale.

Il provvedimento, interamente finanziato dalla Regione, costerà 25 milioni di euro e (secondo fonti regionali) garantirà un risparmio medio di 2 euro per circa 1,5 milioni di cittadini lombardi di 2 euro: il prezzo medio per il ticket passa da 9,8 a 7,8 euro. Ma con la nuova delibera per la maggior parte dei casi i cittadini non vedranno differenze, perché l'abbattimento di 15 euro vale solo per le prestazioni più care, e chi pagava fino a 51 euro di ticket continuerà a pagare come prima.

L'effetto reale della delibera di giunta, dunque, è l'abbassamento del tetto del ticket a 51 euro, anziché 66, per visite ed esami. In pratica, dall'entrata in vigore della delibera, le cose funzioneranno secondo alcuni esempi riportati in tabella:



23/01/2017
a cura di Pia Balzarini e Emilio Didone'
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