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Diamo i numeri... sulla sanità in Italia e non solo

Nuovo appuntamento con la newsletter curata da Tino Fumagalli. Lancet: la sanità italiana è al dodicesimo posto su 195 Paesi esaminati.

Nel numero 3 della nostra newsletter avevamo diffuso i dati usciti dal Rapporto/Rbm sulla sanità,  sottolineando e sostanzialmente condividendo molte preoccupazioni evidenziate nella ricerca. Nei giorni successivi anche il Gimbe* aveva rafforzato dette preoccupazioni. Come abbiamo più volte raccontato, nel nostro Paese, quando si parla di prestazioni sociali in genere assistiamo spesso ad una contrapposizione di dati, talvolta assai diversi fra loro ed in ragione di ciò meritevoli di diversi commenti.

Per queste ragioni crediamo che il nostro compito principale sia quello di illustrare e diffondere quanto apprendiamo di volta in volta, lasciando ad ognuno le riflessioni consequenziali. In questi giorni Lancet* ha diffuso dati diversi da quelli prima citati raccontando una realtà che classifica la Sanità Italiana al dodicesimo posto su 195 Paesi presi in considerazione, con particolare riferimento alla qualità della cura di 32 malattie. Siamo meglio della Germania ed allo stesso livello della Francia, i quali tuttavia spendono oltre il 30% più di noi. La Germania per finanziare il Servizio Sanitario spende circa 300 miliardi di euro all'anno con un tasso di posti letto di circa l'otto per mille. La Francia spende 230 miliardi di euro ed ha un tasso di posti letto pari a 5,2 per mille abitanti. L'Italia spenderà nel 2017 poco più di 114 miliardi di euro ed i posti letto corrispondono a poco più del 3,2 per mille. Abbiamo dato priorità a questi numeri per porre all'attenzione di tutti l’opportunità di avere dei dubbi sui dati forniti dalla ricerca Censis.

Diversi osservatori contestano il dato relativo ai 12 milioni di cittadini Italiani che rinunciano alle cure, ritenendolo un tantino esagerato e ricordando contemporaneamente che la Rbm, coautrice del Rapporto, rappresenta un fondo sanitario integrativo e potrebbe avere un po' di convenienza nel dilatare i numeri. Inoltre nessuno nega che in Italia, nella Sanità si assiste spesso ad inappropriatezza di cure, a frodi, a qualche abuso ma che, tutto ciò è difficilmente valutabile in 25 miliardi di euro annui anche perché, dal 2009 ad oggi i processi di “efficienza” posti in atto nel sistema sanitario hanno prodotto:

40.000 dipendenti in meno fra i quali 9.000 medici
le Unità operative complesse si sono ridotte del 25%
i posti letto per mille abitanti sono fra i più bassi in Europa

L'unico dato certo, riconosciuto da tutti sono i 35 miliardi di euro annui di spesa “out of pocket” ovvero di tasca propria che spendono i cittadini Italiani, dei quali circa 4,5 miliardi gestiti dai fondi integrativi e dalle assicurazioni e, qualsiasi proposta facciamo o faremo, dovrebbe prima approfondire ulteriormente questo aspetto: Proviamoci almeno !!!


*Gimbe: Fondazione privata che si occupa di formazione e ricerca sanitaria
*Lancet: Rivista scientifica internazionale in ambito medico (fra le più accreditate)

In allegato il numero di giugno della newsletter

23/06/2017
Tino Fumagalli
ALLEGATI
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