FINO A DOMANI NELLE SALE
David Lynch e l'ambizione del regista rock

Al cinema arriva Unstaged con i Duran Duran: sperimentale e innovativo al punto giusto.

Pensi a David Lynch e ti aspetti atmosfere da thriller o drammi introspettivi tipo Elephant Man o Twin Peaks. Poi, a distanza di anni dal suo picco di fama e gloria, te lo ritrovi alle prese con il difficile compito di mettere in relazione il linguaggio delle immagini e del suono. E non è un suono qualunque quello di cui si è innamorato il pluripremiato regista americano. È quello simbolo degli anni 80, quello dei Duran Duran, il fu-fenomeno per teen scatenati che oggi continua a riproporre il suo bagaglio di successi e amarcord attualizzandoli e rendendo l’esperienza live unica grazie alla costante produzione di materiale inedito.

Da questo punto di vista la band di Birmingham e il maestro del cinema a stelle e strisce, si somigliano molto. Mai dormire sugli allori, progredire e attualizzarsi sempre come imperativo. E continuare anche caparbiamente ad alimentare la creatività in un clima decisamente cambiato rispetto al proprio debutto. Lynch le ha provate tutte: ha fatto remix dance per artisti famosi e non (non ultimo Girl Panic! Proprio dei Duran qualche anno fa), ha girato dei mini movie solo per il web (Dumb Land) e ha sperimentato in extremis (da ogni punto di vista) con Inland Empire, la sua ultima grossa produzione. I Duran Duran non hanno mai smesso di produrre musica dal 1981 ma dopo il periodo della “mania” si sono fatti del male con cambi di formazione e dischi di alterne fortune, per poi tornare in formazione originale dal 2004.

Unstaged è uno dei momenti più alti della carriera della band. Un concerto a Los Angeles per l’uscita dell'acclamato All You Need Is Now, con parecchi brani nuovi in scaletta e gli immancabili classici da Hungry Like The Wolf a Girls On Film. Amici musicisti che si incontrano sul palco, da Mark ronson a Kelis a Beth Ditto dei Gossip. Il tutto “sporcato” dalle visionarie proiezioni di Lynch che dal vivo crea un effetto sovrapposizione sognante che disorienta, sbalordisce, stupisce come i disegni tribali ritrovati per caso in un safari. Una perla che sfugge alle interpretazioni a cui siamo abituati a ricorrere per descrivere un prodotto di questo genere. Forse perché i concerti “d’autore” degli altri musicisti affermati sono tutti molto canonici e obbedienti allo standard imperante che vuole gli idoli ripresi in maniera impeccabile, pronti a far gara con i rivali da classifica. Qui la musica è sì in primo piano, ma i new romantic non si sono sottratti alla volontà di chi li dirige e poco si preoccupano, mentre suonano tra le ovazioni (anche di chi vede il film proiettato al cinema) di quello che accade sullo schermo a loro insaputa. Lynch ha avuto libertà di aggiungere all’immaginario visivo dei Duran (giù molto identificativo e pesante) la sua personale lettura, folle e ironica. Ma non trattandosi di narrazione cinematografica come comunemente la si intende, bisogna maneggiarla con cura. O meglio, assistere alla sua manifestazione dimenticandosi di tutto quello che l’ha preceduta.

Per consultare l’elenco delle sale che hanno in programmazione il film in tutta Italia: http://www.woovie.it/

22/07/2014
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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