A DUE ANNI DA SOTTO CASA
Max Gazzè, Maximilian è il disco adatto a tutti

Il cantautore romano ha presentato a Milano il nuovo lavoro: "Un quadro eterogeneo che è un presente di un'altra dimensione".

Ci troverete i ritornelli a mo' di filastrocca che sono il suo marchio di fabbrica, ma anche una lettera di un padre al figlio, una presa di posizione sulle relazione ai tempi dei bamboccioni. Insomma, Maximilian , il nuovo disco di Max Gazzè, il cantautore romano reduce dall'esperienza trionfale in trio con Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, è una conferma della sua vena ispirata di pop italiano, ma è anche un perfetto esempio di maturità e naturalezza artistica. Lui lo descrive come "un quadro sperimentale con tanti colori, eterogeneo che rappresenta la vita di un uomo senza passato né futuro, che vive in un presente diverso, di un'altra dimensione. Un disco che piace a tutti, grandi e piccoli, perché quell'elettronica anni 80 e quei testi mai banali ma facili da imparare, di questi tempi solo lui riesce a mischiarli con sapienza.

Foto alla conferenza stampa (Christian D'Antonio)

Perché Maximilian?

Volevo fare un disco sperimentale, soprattutto strumentale e poi un giorno mi si è presentata questa entità che ha preso possesso dello studio di registrazione. Per ora gli ho dato il titolo, fra poco tempo si impossesserà anche di me.

Fai dire a Maximilian quello che non riesci a dire tu?

Ovviamente in lui vedo me stesso, sono cantante ma anche sperimentatore. Ho scritto questo brano che sembra felice, Teresa, ma in realtà è la presa di coscienza di come i rapporti al giorno d'oggi tendono alla comodità. Lei torna a casa dai genitori perché si mangia meglio e ci sono meno responsabilità.

Il disco si apre con Mille Volte Ancora, che è una lettera a un figlio.

Il rapporto tra padre e figlio è molto metafisico, ha poco di terreno. Ho cercato di raccontarlo così. Mentre poi la vita reale ti porta a combattere per i rapporti sentimentali, lì bisogna essere bravi a ricostruire e adoperarsi sempre ogni giorno perché sia diverso.

Hai usato l'elettronica ma anche la sinfonica, come combini questi due mondi?

Il brano che chiude il disco è Verso Un Altro Immenso Cielo che aveva bisogno di un'atmosfera sinfonica in quanto racconta della liberazione di Maximilian, del suo balzo verso un viaggio ultraterreno. Mentre i sintetizzatori che uso nelle altre canzoni sono frutto della mia sperimentazione nello studio. È un modo anche per scappare dalla realtà, son dieci anni che non guardo i tg, mi deprimono. La musica serve anche a questo.

Con chi scrivi?

Con mio fratello Francesco. Mi aiuta e mi capisce, ormai limo solo le cose che mi propone, altre cose le scrivo io. È bello parlare di argomenti interessanti ma a noi piace farlo sempre con ironia e sarcasmo, teniamo sempre saldo questo punto di partenza.

Il trio con Fabi e Silvestri avrà una nuova fase?

Io sono arrivato per ultimo in quel progetto, perché ero in tour. E ho scoperto quanto ritardatari fossero quei due...beh, mi ha lasciato un'eredità grandissima quell'esperienza, ma credo fosse nata già con la data di scadenza. Non so forse in futuro faremo cose assieme, ma al momento non c'è niente di sicuro.

Il due novembre alle 18,30 alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano, Max Gazzè incontrerà il suo pubblico e suonerà un mini-set acustico di brani nuovi e successi del suo repertorio.

29/10/2015
Christian D'Antonio - c.dantonio@jobedi.it
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