SERVIZI AL CITTADINO
Non c'è innovazione senza PA 4.0

L’idea che Milano possa diventare il laboratorio della riorganizzazione dell’Inps c’interessa e ci stimola.

Che ci sia bisogno di cambiare registro, di rispondere meglio alle esigenze di pensionati e lavoratori lo abbiamo bene presente; lo verifichiamo ogni giorno nelle nostre sedi e attraverso i nostri servizi. Per questo, come Cisl e come Patronato Inas, ciò che maggiormente c’interessa sono le ricadute che l’annunciata riorganizzazione avrà sui cittadini anche perché, come succede di frequente, le innovazioni della Pubblica amministrazione invece di agevolare disorientano l’utenza. È per questo motivo, ad esempio, che avremmo preferito, almeno nella fase di sperimentazione del nuovo sistema, che l’ufficio di via Pola, punto di riferimento per i molti che ancora si presentano fisicamente agli sportelli dell’Inps, restasse aperto, ma sembra che la decisione sia ormai irrevocabile: ci auguriamo che la soluzione sia contestuale alla chiusura. Innovazione e nuove tecnologie non possono prescindere dal fattore umano, soprattutto quando la platea di riferimento è composta da soggetti deboli come anziani, invalidi, lavoratori in difficoltà. La rete dei “punti integrati” nei Municipi previsti dagli accordi Inps Comune di Milano va bene. Rimane il problema di un’adeguata formazione del personale e della sinergia con i Patronati, tenuto conto che quest’ultimi gestiscono quasi il 90% delle domande inviate all’Istituto per conto dei cittadini milanese. Ci conforta che il direttore Tito confermi il ruolo centrale e imprescindibile dei Patronati: si tratta ora di declinare questo concetto di principio nella realtà del piano di riorganizzazione dell’Istituto.

Buona anche l’intenzione di creare una sorta di “casa del cittadino” dove, a fronte di un problema o di una specifica condizione, si possa avere una panoramica completa di tutte le opportunità e diritti da esercitare è sicuramente un obiettivo importante. L’unica perplessità sono le dimensioni dell’area metropolitana di Milano; una consulenza su fronti anche paralleli a quelli strettamente legali alla previdenza richiede sicuramente tempo. Ci sono le risorse, a partire dal personale, per realizzare un progetto del genere? La strada della ‘presa in carico’ complessiva dei bisogni del cittadino, disorientato da una normativa socio-previdenziale complessa e in continua evoluzione (Ape e benefici dei lavoratori precoci ne sono l’ultimo esempio dopo le ben note 8 Salvaguardie degli esodati), è quella giusta e non può limitarsi a un singolo, seppur importante, Istituto. Ci vuole una ‘presa in carico’ del cittadino da parte di tutta la Pubblica amministrazione perché un cittadino non può uscire soddisfatto da un ufficio e perdersi in un altro. Di burocrazia, basta leggere le cronache, si può letteralmente morire.

22/11/2017
Danilo Galvagni - segretario generale Cisl Milano Metropoli
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