FNPCISL
PENSIONATI E ANZIANI

Milano invecchia, una smart city per chi è fragile

Fnp Cisl: "Milano città alla portata di tutti, ricchi e poveri, forti e deboli, giovani e anziani: questo il sogno da realizzare, ma ne siamo ancora lontani".

Il Covid 19 avanza inesorabilmente anche a Milano, una minaccia per tutti, ma maggiore per gli anziani. Già nel periodo del lock-down, purtroppo, sono loro quelli che più hanno sofferto a causa della pandemia. In particolare, in quei mesi di dolore si sono evidenziate le carenze della medicina territoriale e dell’assistenza domiciliare e sono emersi episodi drammatici di solitudine che non sempre hanno trovato la giusta audience sui mezzi d’informazione. Abbiamo tutti memoria dei terribili bollettini dalle RSA, in qualche caso reticenti, che mettevano in luce i numerosi problemi di medicina interna e l’abbandono da parte dell’ATS. Ma anche oggi non è migliore la situazione dei tanti anziani soli, in quarantena a domicilio, in attesa di un responso che ha che fare con la vita e con la morte. Manca un’assistenza domiciliare adeguata che non può essere scaricata esclusivamente sui medici di famiglia, soprattutto in questa fase d’emergenza. Nei mesi precedenti - e dobbiamo dargli il giusto riconoscimento – il volontariato si è dimostrato prezioso nel dare aiuto alle persone più sole e più fragili (penso, ad esempio, all’aiuto per la spesa). Ma, alla lunga, non può essere sufficiente. Servono interventi strutturali che prendano atto dell’isolamento e della solitudine di tanti anziani.

Milano è una città che invecchia. Il 44% della sua popolazione ha più di 50 anni. Gli ultrasessantacinquenni superano i 316.000 (23% degli abitanti), le donne sono 189.000. Gli ultra novantenni, secondo l’ISTAT, sono 22.100. Vivono prevalentemente in nuclei di due (quando sono vivi entrambi i coniugi) oppure soli, spesso in vecchi caseggiati a più piani, nei quali le barriere architettoniche (come l’assenza di ascensori) rendono la loro vita particolarmente difficile. Oppure, quando si aggravano e i figli se lo possono permettere, si ritirano in una delle case di riposo di Milano o dell’hinterland, pagando rette altissime. Fra dieci/quindici anni gli ultrasessantenni saranno la maggioranza della popolazione milanese. I temi della medicina di territorio, dell’assistenza domiciliare che non può essere solo occasionale o a carico delle famiglie, dei luoghi di socializzazione, delle barriere architettoniche, dovranno diventare centrali almeno quanto quelli della modernizzazione e dell’economia. La “Smart city” non va intesa solo al servizio delle attività economiche e dei consumatori, ma anche, direi soprattutto, dei più fragili e dei più poveri. I sindacati dei pensionati chiedono si sviluppi un grande confronto su questi argomenti – e non solo in questi tempi di Covid 19 - coinvolgendo amministratori, soggetti economici, Terzo settore, istituzioni sanitarie e, appunto, i sindacati. Milano città alla portata di tutti, ricchi e poveri, forti e deboli, giovani e anziani: questo il sogno da realizzare, ma ne siamo ancora lontani.


 

22/10/2020
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