ATTUALITÀ
IL CASO

Mm, piccoli baristi battono grandi gruppi

Tutto ha inizio nel 2013 quando ATM revoca i contratti d’affitto a 250 esercenti e parte la gara. Una società del Gruppo Cremonini si aggiudica 16 bar su 16 ma i vecchi gestori esercitano il diritto di prelazione e pareggiano l’offerta. Rimane un’ultima insidia. Decisivo  il ruolo del sindacato.

 

L’antefatto

La rete commerciale nelle viscere della Metropolitana milanese è molto estesa, soprattutto nella linea rossa: all’incirca 250 esercizi commerciali, in prevalenza edicole, bar, abbigliamento, bigiotteria e mille altre attività.              Nel giugno 2013, 110 gestori si vedono recapitare la lettera di ATM che preannuncia la scadenza del contratto di affitto per finita locazione a giugno 2014. A prima vista sembra che sia il solito tran tran: fra qualche mese ATM convocherà i singoli gestori, ci sarà un po’ di tira e molla sull’entità dell’aumento dell’affitto e poi si firmerà per i prossimi 12 anni.

E invece no. Comincia a diffondersi la voce che questa volta il rinnovo del contratto di affitto potrebbe non essere un automatismo scontato, ma che ci potrebbe essere un bando di gara pubblico. PANICO.

Vengono organizzate decine di assemblee con i 110 esercenti, all’inizio da soli come Cisl, poi si aggiungono tutte le sigle sindacali dei giornalai e dei tabaccai. ATM chiarisce al fronte sindacale, in un incontro dell’autunno 2013, le sue intenzioni: sfratto a tutti i 110 esercenti e poi bando di gara ad evidenza pubblica e vinca il miglior offerente. Il tutto concluso entro l’inizio di EXPO, maggio 2015.

Partono le assemblee a tappeto, la partecipazione è fortissima, la protesta alta. Gli esercenti della MM fanno una esperienza per loro totalmente nuova: l’AZIONE COLLETTIVA SINDACALE. Il fronte sindacale azzecca la mossa vincente: mette il proprietario unico di ATM, e cioè il Comune di Milano, davanti alle sue responsabilità, nel corso di una riunione congiunta delle commissioni consiliari commercio e trasporti. E nel frattempo ATM scopre una cosa che sapeva da sempre e cioè che gli spazi commerciali che voleva mettere a bando non erano stati mai accatastati. Sfuma così la possibilità di fare la gara prima di Expo.

Il Comune di Milano allora convoca un tavolo triangolare con la presenza sia di ATM  sia del fronte sindacale. SI FA UNA VERA TRATTATIVA E SI RAGGIUNGE UN VERO ACCORDO TRIANGOLARE PRIMA DEL GIUGNO 2014, DATA DELLA SCADENZA DEFINITIVA DEI CONTRATTI DI AFFITTO DEI 110 ESERCENTI.

L’accordo prevede 5 punti:

1) una transazione che permette ai 110 esercenti di rimanere nei loro locali fino al 29 febbraio 2016;

2) l’accatastamento di tutti gli spazi commerciali in MM a cura del Comune di Milano e la indizione del bando di gara in modo che sia concluso in tutte le sue fasi entro il 1 marzo 2016;

3) la gara non vedrà vincente l’offerta al massimo rialzo ma l’offerta economicamente più vantaggiosa;

4) il bando di gara prevedrà la possibilità dell’esercizio del diritto di prelazione da parte degli attuali affittuari;

5) ATM scriverà il bando di gara, previa una consultazione sulle linee guida con le organizzazioni sindacali e il Comune.

La gara

Finalmente nel giugno del 2015 ATM pubblica il bando di gara alla pubblica evidenza. Gli esercenti dei mezzanini fanno anche una seconda nuova esperienza, passando attraverso tutte le fasi della gara. E non è una cosa semplice, soprattutto per chi non ci è abituato. Grande è il timore che possa partecipare alla gara qualche grande gruppo in grado di presentare offerte troppo forti per un piccolo commerciante. Il contatto e il confronto con il sindacato prosegue continuo per tutto la durata della gara. Tutto sembra procedere per il meglio, superando la fase di manifestazione di interesse e poi di presentazione dell’offerta economica e tecnica.  Ma a fine settembre 2015 cominciano i problemi.

Come è bella la concorrenza!!!

Compare prima una giovane donna che passa nei bar chiedendo agli esercenti di fare fotografie per la propria tesi di laurea; se riceve un rifiuto comincia a minacciarli, asserendo di essere la rappresentante di un grande gruppo che sfratterà tutti i piccoli esercenti dei bar della MM. Si moltiplicano i segni di questa presenza incombente e cresce il timore tra gli esercenti.

Finalmente si riesce a dare un nome alla minaccia incombente: si tratta di Chef Express, che è il ramo della distribuzione del gruppo Cremonini. Per capirci, da sola fattura 600/700 milioni di euro, mentre il gruppo si attesta oltre i 3 miliardi. Insomma UN AVVERSARIO TOSTO, PROPRIO TOSTO.

Quando la commissione di ATM apre le buste il quadro diventa chiaro, o meglio, tragico. Chef Express ha presentato la sua offerta per 16 bar ed è risultata vincente in tutti e 16. Quasi tutti i 16 baristi sono iscritti alla Cisl.

L’offerta tecnica di Chef Express ha ricevuto dalla Commissione giudicante una valutazione molto alta. L’offerta economica poi straccia tutte le offerte dei piccoli commercianti, assumendo talvolta la forma di proposte di affitto totalmente al di fuori di ogni valore di mercato realistico.

Bellezza, questa è la concorrenza!

ATM, in conformità con le regole del bando di gara, chiede ai vecchi affittuari dei 16 bar se intendono esercitare il diritto di prelazione. La scelta non è facile, perché si tratta di pareggiare l’offerta sia tecnica che economica di Chef Express: in alcuni casi si tratta di aumenti cospicui, passando nel caso estremo da un affitto di 15.000 euro annui ad uno di 41.000 euro per un bar in posizione non centrale. Si apre nella sede Fisascat Cisl un serrato e sofferto dibattito dei 16 baristi, anche con il contributo della nostra legale avv. Miglio.

Si tratta non solo di difendere il proprio lavoro!!! Si tratta anche di dare una risposta all’arrogante strapotere di questi grandi marchi, che pensano di mettere sotto i piedi tutti i concorrenti, senza badare agli sconquassi che possono provocare nella vita della gente. Alla fine, con il supporto del sindacato Cisl, 14 baristi decidono di esercitare il diritto di prelazione, mentre 2 rinunciano al loro bar.

A fine ottobre i 14 baristi hanno firmato con ATM i loro contratti di affitto per venti anni.

Bellezza, questa è la forza della lotta sindacale.

Ma non è finita!!!!

Chef Express non ha digerito bene il colpo subito da un gruppo di piccoli commercianti e mette in atto quello che questi grandi gruppi sono soliti fare quasi sempre quando soccombono nell’espletamento di una gara e cioè un bel ricorso al TAR contro ATM per l’assegnazione di 4 dei 14 bar. Tanto non gli mancano certo le decine di migliaia di euro che costano 4 ricorsi al TAR.

Il motivo del ricorso è pretestuoso, e cioè l’utilizzo del diritto di prelazione da parte dei 14 baristi, che pure era esplicitamente previsto nel bando di gara. Chef Express non ha contestato all’inizio le regole del bando, perché era convinta che mai quei “piccoli” commercianti avrebbero potuto osare pareggiare la sua offerta. Ma questa volta gli è andata male. Il sindacato è a fianco dei 4 baristi che rischiano ancora oggi di perdere il loro bar.

29/11/2016
di Diego Averna