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2019
SANITA' - Fnp Cisl Lombardia chiede un piano straordinario di nuova occupazione 
21/03/2019

Sono anni che parliamo, sono anni che denunciamo, sono anni che chiediamo e sono anni che non accade mai nulla. Oggi, incolpare le pensioni quota 100 di svuotare il Servizio sanitario pubblico equivale a offendere l’intelligenza e il buon senso degli italiani.

Non sono le pensioni quota 100 che svuoteranno le corsie dei nostri ospedali ma il disastroso taglio dei letti e blocco delle assunzioni deciso dal governo Monti nel 2011, votato da tutti i partiti e mai rimosso e/o messo in discussione da chi ha governato dopo.

Al netto della quota 100, che ha sicuramente messo a nudo un problema già presente, siamo di fronte ad una sconsiderata e miope programmazione del turnover, che avrebbe dovuto essere pensata e applicata da tempo per garantire al “sistema” le competenze necessarie e numeri di professionisti adeguati alla sempre maggiore domanda di salute.

Lo denunciamo da tempo e continuamente. Un’emorragia di dipendenti pubblici, tale da far cadere a pezzi l’intero sistema pubblico. In particolare la sanità pubblica, dove il passaggio di conoscenza e di esperienza tra una generazione e un'altra, è fondamentale per continuare a garantire un “buona sanità”. Milioni di cittadini utenti, tra i quali molti pensionati, che si rivolgeranno ad un sistema sanitario sempre più in carenza della propria forza trainante: le risorse umane.

Sempre meno operatori, sempre più anziani e con sempre più carichi di lavoro i dipendenti della sanità pubblica. Un trend negativo, generato dal pluriennale blocco del turn over e da una contestuale età media molto alta (la più alta d’Europa) che arriva persino a 55 anni.

In particolare in Lombardia, la carenza di personale nel Servizio sanitario regionale sta diventando un tema di assoluta priorità. Al 2025 è previsto un ammanco di circa 3.000 medici in quasi tutte le specialità e già oggi mancano circa 5.000. Quota 100 produrrà un impatto stimato che vedrà uscire dal sistema sanitario lombardo circa 8.000 professionisti della salute nei prossimi tre anni.

Il rischio è anche quello che chi rimarrà all’interno del sistema non riuscirà a sopperire alle carenze di organico, a mantenere i livelli qualitativi e quantitativi necessari, con inevitabili ripercussioni sui carchi di lavoro degli operatori sanitari professionisti e di “salute” degli utenti.

La Fnp Cisl Lombardia esprime una forte preoccupazione anche per chi continua ad operare all’interno del mondo della sanità, per i sempre crescenti ritmi lavorativi e le conseguenti pressioni legate allo stress salute correlato.

Nei prossimi anni si prevede, inevitabilmente, un’accelerazione delle uscite, anche – ma non solo – per via di quota 100. Dobbiamo invertire immediatamente la tendenza. Dobbiamo assumere nel servizio sanitario nazionale pubblico almeno 200.000 persone (circa 1/3 della forza attuale in campo) nei prossimi tre anni, per poter garantire un’adeguata offerta di servizi ai cittadini ma anche contrastare gli oramai noti e odiosi “viaggi della speranza”.

Per queste ragioni e per mantenere almeno l’attuale livello dei servizi e delle prestazioni è necessario assumere medici, infermieri e altri operatori subito. Se non si procede immediatamente con un piano straordinario di assunzioni di giovani nelle sanità pubblica le conseguenze saranno inesorabili. Senza ricambi generazionali e nuove assunzioni sarà inevitabile vedere i diritti di tutti cadere a pezzi. Ci saranno meno servizi per i cittadini e il sistema sanitario pubblico finirà svuotato, magari a vantaggio di una privatizzazione a pagamento con aumento esponenziale delle disuguaglianze sociali. 

Da qui il nostro grido di allarme: un piano straordinario di nuova occupazione nel servizio sanitario nazionale e regionale pubblico che possa continuare a garantire i diritti dei cittadini e dei lavoratori.

Auspichiamo che se ne rendano conto anche tutte le istituzioni preposte ai diversi livelli, che si muovano tempestivamente per cercare di porre rimedio ad una situazione che potrebbe essere già drammaticamente compromessa.

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